lunedì 29 marzo 2010

Respirazione Zen, fisiologia e onde cerebrali.

Respirazione Zen, fisiologia e onde cerebrali.


“La respirazione Zen non è paragonabile a quella Yoga, che tende a raggiungere effetti psicofisici superiori. Secondo lo Zen, una respirazione corretta, dal ritmo lento, possente, naturale, rende possibile vivere a lungo in buona salute e in uno stato di equilibrio spirituale, mentre una respirazione erronea determina debolezza, malattia, instabilità spirituale e persino la morte. Corpo e mente sono così profondamente uniti che l’influsso della respirazione sulla mente stessa è sorprendente. Una respirazione profonda, lenta, calma, possente spazza via le complicazioni mentali e la mente diviene pura, chiara, luminosa e dolce; spegne le attività della mente e ci permette di accedere allo stato di vuoto mentale. La respirazione autenticamente Zen deve essere: naturale, mai forzata, mai artefatta, sempre la stessa, sia seduti o camminando sia in ogni altra attività quotidiana; l’inspirazione è viva, intensa; l’espirazione è lenta, profonda, possente; l’aria viene espulsa lentamente, mentre la forza della espirazione discende potentemente sino al ventre. In condizioni normali, un essere umano respira circa 18 volte, ma se si impegna in attività faticose il ritmo aumenta. Chi pratica lo Zen arriva gradatamente a respirare solo 3-5 volte al minuto. Uno dei modi per ridurre il numero dei respiri è quello di prolungare la durata dell’espirazione: lo Zen insegna che si dovrebbe espirare così dolcemente che il flusso dell’aria non muoverebbe una piuma sotto la punta del naso. Espirare lentamente attraverso il naso e inspirare rapidamente attraverso il naso. Questo metodo di respirazione coinvolge sia i muscoli addominali sia quelli toracici. Passiamo ora ad esaminare la fisiologia della respirazione, cercando di capire perché una respirazione lenta sia più efficace. Come è ovvio, la respirazione si divide in 2 fasi, ciascuna delle quali svolge una funzione particolare. L’inspirazione porta un nuovo rifornimento di ossigeno ai polmoni. L’espirazione espelle dall’organismo l’anidride carbonica proveniente dal sangue e immagazzinata nei polmoni al momento dell’espulsione. A differenza dell’attività del cuore e di altri organi interni, la respirazione è in parte soggetta al controllo cosciente. Il controllo della respirazione, tuttavia, non è del tutto cosciente: quando si trattiene il respiro per un tempo pericolosamente lungo, essa riprende automaticamente. Nel sonno poi la respirazione è completamente automatica. Anche durante gran parte del tempo in cui siamo svegli, respiriamo senza esserne coscienti. La frequenza di respirazione varia automaticamente in funzione delle necessità dell’organismo. Il SNA regola questa funzione. Quando una persona si impegna in qualche attività improvvisa o violenta, che richiede un consumo energetico elevato, il ritmo della respirazione aumenta. Non sappiamo esattamente quante volte al minuto un essere umano debba respirare: ma è certo che i 18 respiri al minuto tipici della media delle persone in uno stato rilassato non sono indispensabili per la vita e l’idea che una respirazione rapida fornisca all’organismo una maggiore quantità di ossigeno è sicuramente errata. In realtà, superficiale com’è, la respirazione veloce non riesce a portare tutto l’ossigeno necessario ai polmoni, ma lo spreca nei bronchi; poi siccome non elimina tutta l’anidride carbonica fa diminuire lo spazio disponibile nei polmoni per raccogliere un rifornimento di ossigeno fresco. Se invece si espira lentamente e completamente, in modo che nei polmoni non resti CO2, si instaura una differenza di pressione e l’aria ricca di O2 fluisce naturalmente a riempire i polmoni ora vuoti. Il controllo della respirazione è la prima cosa che viene insegnata ai monaci Zen. Quando la posizione del corpo è giusta e la respirazione è controllata, la mente entra in quello stato di calma in cui è possibile la meditazione profonda. Gli esperimenti condotti registrando le onde cerebrali di monaci Zen in meditazione lo dimostrano. Le onde cerebrali sono l’unico indicatore che possediamo delle condizioni del cervello. Quando il cervello è in uno stato di tranquillità rilassata, emette onde alfa. Quando invece si trova in uno stato di tensione emette onde beta o un altro tipo di onde, ancora più intense, le onde gamma. In tutti gli stati di calma e riposo completo – fatta eccezione per gli stati di incoscienza causati da attacchi di epilessia – il cervello emette onde theta o delta. In breve, quando una persona è arrabbiata, irritata o turbata, il suo cervello emette onde beta; quando la sua irritazione raggiunge un’intensità conflittuale, il suo cervello comincia a emettere onde gamma. In periodi di tensione prolungata, predominano le onde beta, e non compare quasi nessuna onda alfa. L’analisi scientifica-sperimentale della respirazione zen, non può che confermare la sua esistenza come sistema capace di far raggiungere alla mente uno stato libero da ogni tensione e turbamento, perché dà luogo a un’emissione consistente di onde alfa. Che questo sistema di controllo della respirazione abbia effetti salutari sia sul corpo che sulla mente è dimostrato dall’uso che ne viene fatto nel moderno trattamento dei malati di mente in Giappone e nel mondo nordamericano”.

(1) [Stralci da T. Hirai: Meditazione Zen come terapia - RED 1995]
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