Effetti della meditazione sul cervello
“La meditazione allena la capacità di attenzione, mette al riparo da altri modi di rilassamento, la maggior parte dei quali fanno vagare la mente come vuole. L’affinamento dell’attenzione dura al di là della sessione di meditazione stessa: si mostra in una varietà di modi nel resto della giornata del meditatore. Si è scoperto che la meditazione, per esempio, aumenta la capacità di raccogliere sottili segnali percettivi nell’ambiente, e di prestare attenzione a ciò che succede piuttosto che lasciare la mente vagare altrove. Ciò significa che nella conversazione con un’altra persona, il meditatore sarà più empatico, poiché egli può prestare un’attenzione più intensa a ciò che l’altra persona sta facendo e dicendo, e può raccogliere meglio i messaggi nascosti che l’altro sta inviando. Alcuni ricercatori di Harvard – Gary Schwartz, Richard Davidson e Richard Margolin – confrontarono le persone addestrate nella Meditazione Trascendentale (MT) con un gruppo addestrato nelle tecniche che si rifanno a Gurdjieff. Il gruppo di Harvard testò i meditatori MT e di Gurdjieff uno a uno. Essi ne osservarono i tracciati di onde cerebrali mentre il meditatore si concentrava sulla sensazione della sua mano destra, e poi sull’immagine di qualcuno seduto su una sedia di laboratorio. Gli psicologi registrarono segnali da parte del cervello che controlla la visione e dalla parte che controlla il movimento muscolare. I risultati della ricerca mostrano che una tecnica di meditazione è quasi altrettanto buona di un’altra per migliorare il nostro modo di governare lo stress. I meditatori vi diventano più rilassati quanto più vi si dedicano. Allo stesso tempo, diventano più attenti, cosa che altri modi di rilassarsi mancano di procurare perché non esercitano la capacità di prestare attenzione. I cambiamenti di stato durante la meditazione sono stati un importante fulcro di ricerca. La letteratura classica dice a chiare lettere che lo stato prodotto dalla meditazione dipende dagli elementi specifici della tecnica di attenzione utilizzata. Le tecniche di concentrazione, per esempio, produrrebbero un restringimento della consapevolezza, raggiungendo alla sua massima focalizzazione uno stato alterato in cui il meditatore si dimentica di tutti gli stimoli esterni. Le tecniche di consapevolezza produrrebbero uno stato di consapevolezza crescente agli stimoli, senza alcuna assuefazione della risposta orientante”.
(2) [Stralci da: D. Goleman: La forza della meditazione - RIZZOLI 1997]
lunedì 29 marzo 2010
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