lunedì 29 marzo 2010
Respirazione Zen, fisiologia e onde cerebrali.
“La respirazione Zen non è paragonabile a quella Yoga, che tende a raggiungere effetti psicofisici superiori. Secondo lo Zen, una respirazione corretta, dal ritmo lento, possente, naturale, rende possibile vivere a lungo in buona salute e in uno stato di equilibrio spirituale, mentre una respirazione erronea determina debolezza, malattia, instabilità spirituale e persino la morte. Corpo e mente sono così profondamente uniti che l’influsso della respirazione sulla mente stessa è sorprendente. Una respirazione profonda, lenta, calma, possente spazza via le complicazioni mentali e la mente diviene pura, chiara, luminosa e dolce; spegne le attività della mente e ci permette di accedere allo stato di vuoto mentale. La respirazione autenticamente Zen deve essere: naturale, mai forzata, mai artefatta, sempre la stessa, sia seduti o camminando sia in ogni altra attività quotidiana; l’inspirazione è viva, intensa; l’espirazione è lenta, profonda, possente; l’aria viene espulsa lentamente, mentre la forza della espirazione discende potentemente sino al ventre. In condizioni normali, un essere umano respira circa 18 volte, ma se si impegna in attività faticose il ritmo aumenta. Chi pratica lo Zen arriva gradatamente a respirare solo 3-5 volte al minuto. Uno dei modi per ridurre il numero dei respiri è quello di prolungare la durata dell’espirazione: lo Zen insegna che si dovrebbe espirare così dolcemente che il flusso dell’aria non muoverebbe una piuma sotto la punta del naso. Espirare lentamente attraverso il naso e inspirare rapidamente attraverso il naso. Questo metodo di respirazione coinvolge sia i muscoli addominali sia quelli toracici. Passiamo ora ad esaminare la fisiologia della respirazione, cercando di capire perché una respirazione lenta sia più efficace. Come è ovvio, la respirazione si divide in 2 fasi, ciascuna delle quali svolge una funzione particolare. L’inspirazione porta un nuovo rifornimento di ossigeno ai polmoni. L’espirazione espelle dall’organismo l’anidride carbonica proveniente dal sangue e immagazzinata nei polmoni al momento dell’espulsione. A differenza dell’attività del cuore e di altri organi interni, la respirazione è in parte soggetta al controllo cosciente. Il controllo della respirazione, tuttavia, non è del tutto cosciente: quando si trattiene il respiro per un tempo pericolosamente lungo, essa riprende automaticamente. Nel sonno poi la respirazione è completamente automatica. Anche durante gran parte del tempo in cui siamo svegli, respiriamo senza esserne coscienti. La frequenza di respirazione varia automaticamente in funzione delle necessità dell’organismo. Il SNA regola questa funzione. Quando una persona si impegna in qualche attività improvvisa o violenta, che richiede un consumo energetico elevato, il ritmo della respirazione aumenta. Non sappiamo esattamente quante volte al minuto un essere umano debba respirare: ma è certo che i 18 respiri al minuto tipici della media delle persone in uno stato rilassato non sono indispensabili per la vita e l’idea che una respirazione rapida fornisca all’organismo una maggiore quantità di ossigeno è sicuramente errata. In realtà, superficiale com’è, la respirazione veloce non riesce a portare tutto l’ossigeno necessario ai polmoni, ma lo spreca nei bronchi; poi siccome non elimina tutta l’anidride carbonica fa diminuire lo spazio disponibile nei polmoni per raccogliere un rifornimento di ossigeno fresco. Se invece si espira lentamente e completamente, in modo che nei polmoni non resti CO2, si instaura una differenza di pressione e l’aria ricca di O2 fluisce naturalmente a riempire i polmoni ora vuoti. Il controllo della respirazione è la prima cosa che viene insegnata ai monaci Zen. Quando la posizione del corpo è giusta e la respirazione è controllata, la mente entra in quello stato di calma in cui è possibile la meditazione profonda. Gli esperimenti condotti registrando le onde cerebrali di monaci Zen in meditazione lo dimostrano. Le onde cerebrali sono l’unico indicatore che possediamo delle condizioni del cervello. Quando il cervello è in uno stato di tranquillità rilassata, emette onde alfa. Quando invece si trova in uno stato di tensione emette onde beta o un altro tipo di onde, ancora più intense, le onde gamma. In tutti gli stati di calma e riposo completo – fatta eccezione per gli stati di incoscienza causati da attacchi di epilessia – il cervello emette onde theta o delta. In breve, quando una persona è arrabbiata, irritata o turbata, il suo cervello emette onde beta; quando la sua irritazione raggiunge un’intensità conflittuale, il suo cervello comincia a emettere onde gamma. In periodi di tensione prolungata, predominano le onde beta, e non compare quasi nessuna onda alfa. L’analisi scientifica-sperimentale della respirazione zen, non può che confermare la sua esistenza come sistema capace di far raggiungere alla mente uno stato libero da ogni tensione e turbamento, perché dà luogo a un’emissione consistente di onde alfa. Che questo sistema di controllo della respirazione abbia effetti salutari sia sul corpo che sulla mente è dimostrato dall’uso che ne viene fatto nel moderno trattamento dei malati di mente in Giappone e nel mondo nordamericano”.
(1) [Stralci da T. Hirai: Meditazione Zen come terapia - RED 1995]
Proprietà terapeutiche della meditazione
“La Psicologia del Buddhismo sostiene che la meditazione possa produrre alcuni cambiamenti notevoli nella personalità. Recenti studi empirici sulla personalità dei meditatori insistono sull’importante cambiamento previsto di una diminuzione del negativo e di un aumento del positivo degli stati psicologici. Per esempio, i meditatori, raffrontati ai non meditatori, si sono rivelati significativamente meno ansiosi (Ferguson-Gowan 1976; Goleman-Schwartz 1976; Nidich e coll. 1973), registrano minori disordini psicosomatici, più stati d’animo positivi, e sono meno nevrotici sulla scala di Eysenck (Schwartz 1973). I meditatori mostrano inoltre una indipendenza crescente dai segnali situazionali, vale a dire che possiedono una zona interiore di controllo (Pelletier 1974); sono più spontanei, hanno una maggiore capacità di manifestare contatto, si accettano di più, e hanno una più alta considerazione di sé (Seeman e coll. 1972); sono più abili a entrare in sintonia con un’altra persona (Lesh 1970; Leung 1973), e mostrano meno paura della morte (Garfield 1974). Benché questi studi non fossero specificamente destinati a confermare le formulazioni della Psicologia del Buddhismo relativamente all’impatto della meditazione sulla personalità, le loro scoperte tendono a confermare la sua premessa principale: che la meditazione riduce gli stati negativi mentre aumenta quelli positivi. Nel 1984 l’Istituto Nazionale della Salute statunitense (NIH) rilasciò un rapporto unanime che raccomandava la meditazione (assieme alle restrizioni di sale e dietetiche), piuttosto che la prescrizione di farmaci, come primo trattamento per l’ipertensione leggera. Questo riconoscimento ufficiale fece da catalizzatore per la diffusione della meditazione e di altre tecniche di rilassamento come trattamenti in medicina e in psicoterapia. Meditazione e rilassamento non sono la stessa identica cosa; la meditazione è, nell’essenza lo sforzo di riaddestrare l’attenzione: da qui derivano i suoi peculiari effetti cognitivi, come aumentare la concentrazione e l’empatia del meditatore. L’uso più comune della meditazione, tuttavia, è una tecnica di rilassamento facile e rapida. Benché le radici orientali della meditazioni siano asiatiche, divenne evidente ai ricercatori che, in termini di effetti metabolici, la meditazione aveva molti punti in comune con le nostre tecniche di rilassamento come il rilassamento progressivo di Edmund Jacobsen, il biofeedback della tensione muscolare, il training autogeno di importazione europea. La meditazione però differiva dalle altre tecniche di rilassamento nella sua componente di attenzione, come sottolineò Herbert Benson nel suo bestseller La risposta rilassante, ma gran parte della sua qualità terapeutica risiedeva nella capacità di portare il meditatore a uno stato di profondo rilassamento. Con l’avanzare della ricerca sulle tecniche di rilassamento per il controllo dei disordini da stress, le prove della loro efficacia sono diventate più evidenti. I cambiamenti neuroendocrini causati dal rilassamento profondo si sono rivelati essere più profondi di quanto fosse stato creduto in precedenza dai primi ricercatori, che osservarono le tecniche di rilassamento soprattutto in termini di sollievo dalla tensione muscolare e dalla preoccupazione mentale. Ricerche biologiche più sofisticate hanno rivelato effetti profondi sulla funzione immunitaria, così come una vasta gamma di altri cambiamenti con specifiche applicazioni cliniche. Per esempio, Janice Kiecolt-Glaser (1984, 1985) scoprì che gli anziani residenti di una casa di riposo che usavano un esercizio di rilassamento mostravano un aumento significativo delle loro difese immunitarie contro tumori e virus. Gli studenti di medicina che usarono queste tecniche durante lo stress degli esami mostrarono livelli superiori di anticorpi del tipo T-helper contro le malattie infettive. Forse il primo e più intenso interesse medico per il rilassamento è stato il suo contributo per combattere le malattie cardiache. I ricercatori che lavoravano con il Dr. Benson riferirono che la meditazione diminuiva la risposta del corpo alla norepinefrina, un ormone rilasciato in reazione allo stress. Benché la norepinefrina ordinariamente stimoli il sistema cardiovascolare, aumentando la pressione sanguigna, non aveva il suo effetto usuale nei meditatori; al contrario, i meditatori mostravano una diminuzione della pressione sanguigna, lo stesso effetto che si ottiene con i betabloccanti. L’uso clinico del rilassamento per controllare l’alta pressione sanguigna, specialmente nei casi leggeri, è divenuto un trattamento molto diffuso, come riflette il rapporto del NIH; se praticato fedelmente, in molti casi può sostituire il trattamento farmacologico, o diminuire la dipendenza da farmaci. In uno studio inglese, nei pazienti allenati in questi metodi è stata riscontrata una pressione sanguigna più bassa ancora quattro anni dopo che l’allenamento era terminato (Patel e coll. 1985). I benefici per i pazienti affetti da malattie cardiache vanno molto al di là del controllo della pressione sanguigna: si è trovato che il rilassamento aiuta ad alleviare la sofferenza da angina e aritmia e ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Dean Ornish (1983) ha dimostrato che l’esercizio di rilassamento accresce il flusso del sangue al cuore, diminuendo il pericolo di ischemia asintomatica. Anche i diabetici possono trarre beneficio dal rilassamento. Richard Surwit (1983) scoprì che il training di rilassamento migliorava la regolazione del glucosio in pazienti con diabete in età adulta. Usando il rilassamento progressivo di Jacobsen con gli asmatici, Paul Lehler (1986) trovò che la sua pratica diminuiva le reazioni emotive che spesso precedevano gli attacchi, e migliorava il flusso nelle vie respiratorie ristrette. Per i pazienti sofferenti, alcune forme di rilassamento offrono speranze particolari. Jon Kabat-Zinn (1985) trovò che la meditazione della consapevolezza, accoppiata allo Yoga, abbassava la dipendenza dagli antidolorifici e diminuiva il livello di dolore nei sofferenti cronici. Le cause del dolore variavano dal mal di schiena e dal mal di testa (emicrania e tensione) ai diversi casi visti nelle cliniche del dolore. Quattro anni dopo che il training era finito, i benefici permanevano ancora. Le tecniche di rilassamento di tutti i generi sono state usate da medici su pazienti di diverse patologie, particolarmente quando lo stress gioca un ruolo fondamentale o aggrava il problema – e ci sono pochi casi in cui non lo faccia. Alcune delle applicazioni più promettenti vengono individuate negli effetti collaterali della dialisi renale e della chemioterapia del cancro, dei disordini gastrointestinali, dell’insonnia, dell’enfisema e delle malattie della pelle. Il rilassamento è anche ampiamente usato come terapia aggiuntiva nella psicoterapia, dove è stato accolto con favore molto prima della medicina”.
(3) [Stralci da: D. Goleman: La forza della meditazione - RIZZOLI 1997]
Dr. Renato Y. Manusardi
◦Fonte web: Altopotenziale.it
◦Tratto da: Altopotenziale.it/zenMeditazione.htm
Effetti della meditazione sul cervello
“La meditazione allena la capacità di attenzione, mette al riparo da altri modi di rilassamento, la maggior parte dei quali fanno vagare la mente come vuole. L’affinamento dell’attenzione dura al di là della sessione di meditazione stessa: si mostra in una varietà di modi nel resto della giornata del meditatore. Si è scoperto che la meditazione, per esempio, aumenta la capacità di raccogliere sottili segnali percettivi nell’ambiente, e di prestare attenzione a ciò che succede piuttosto che lasciare la mente vagare altrove. Ciò significa che nella conversazione con un’altra persona, il meditatore sarà più empatico, poiché egli può prestare un’attenzione più intensa a ciò che l’altra persona sta facendo e dicendo, e può raccogliere meglio i messaggi nascosti che l’altro sta inviando. Alcuni ricercatori di Harvard – Gary Schwartz, Richard Davidson e Richard Margolin – confrontarono le persone addestrate nella Meditazione Trascendentale (MT) con un gruppo addestrato nelle tecniche che si rifanno a Gurdjieff. Il gruppo di Harvard testò i meditatori MT e di Gurdjieff uno a uno. Essi ne osservarono i tracciati di onde cerebrali mentre il meditatore si concentrava sulla sensazione della sua mano destra, e poi sull’immagine di qualcuno seduto su una sedia di laboratorio. Gli psicologi registrarono segnali da parte del cervello che controlla la visione e dalla parte che controlla il movimento muscolare. I risultati della ricerca mostrano che una tecnica di meditazione è quasi altrettanto buona di un’altra per migliorare il nostro modo di governare lo stress. I meditatori vi diventano più rilassati quanto più vi si dedicano. Allo stesso tempo, diventano più attenti, cosa che altri modi di rilassarsi mancano di procurare perché non esercitano la capacità di prestare attenzione. I cambiamenti di stato durante la meditazione sono stati un importante fulcro di ricerca. La letteratura classica dice a chiare lettere che lo stato prodotto dalla meditazione dipende dagli elementi specifici della tecnica di attenzione utilizzata. Le tecniche di concentrazione, per esempio, produrrebbero un restringimento della consapevolezza, raggiungendo alla sua massima focalizzazione uno stato alterato in cui il meditatore si dimentica di tutti gli stimoli esterni. Le tecniche di consapevolezza produrrebbero uno stato di consapevolezza crescente agli stimoli, senza alcuna assuefazione della risposta orientante”.
(2) [Stralci da: D. Goleman: La forza della meditazione - RIZZOLI 1997]
mercoledì 3 marzo 2010
Lo Spazio delle Varianti - Reality Transurfing
Lo Spazio delle Varianti - Reality Transurfing
TRANSURFING VOL. 1 - LO SPAZIO DELLE VARIANTI - REALITY TRANSURFING
Come scivolare attraverso la reltà
Il Transurfing è una tecnica potente, in grado di fornire gli strumenti necessari per gestire il vostro destino a vostro piacimento. Nessun miracolo, però. Vi aspetta qualcosa di ben altra entità. Vi convincerete che la realtà ignota è molto più stupefacente di qualsivoglia magia…
La tecnica del Transurfing si è diffusa in Russia nel 2003, prima via Internet, dove ha suscitato un’animata discussionee un vivo dialogo tra i lettori, e poi grazie ai libri che, uscendo progressivamente nell’arco dei successivi due anni, hanno letteralmente invaso gli scaffali delle librerie diventando autentici bestseller. L’autore di questi volumi, nell’unica intervista rilasciata alla stampa, sottolinea di non esserne “l’autore vero e proprio”. Egli infatti non si considera né un creatore né tantomeno un maestro spirituale, un’idea assolutamente contraria al Transurfing, che disdegna scuole o movimenti di pensiero. Di Vadim Zeland sappiamo solamente che è russo ed è un esperto di fisica quantistica, divenuto “trasmettitore” di questa incredibile tecnica.
Cos’è il Transurfing?
Nei suoi libri, Zeland propone ai lettori un viaggio fantastico nella realtà, dove la destinazione non è un punto d’arrivo ma un processo, il vivere quotidiano in un’atmosfera di festa ininterrotta. Poiché, per colui che impara a gestire e scegliere il proprio destino e a ottenere ciò che desidera, la festa è ogni giorno, nel qui e nell’ora. Nella valigia del Transurfer, pochissime cose: la consapevolezza, la libertà da ogni dipendenza, la riduzione dell’importanza di sé e del mondo, un pensiero improntato al positivo comunque sia. Affrontando il viaggio con questo bagaglio essenziale, alleggerito da tutti i falsi stereotipi imposti dalla visione comune del mondo, l’uomo può solo scivolare di linea della vita in linea della vita verso la sua linea più favorevole, la sua onda della fortuna. Transurfing è proprio questo: scivolare per le linee della vita nello spazio delle varianti.
Lo Spazio delle Varianti
VIVETE IN BALIA DELLE CIRCOSTANZE. LA VITA INTORNO A VOI “ACCADE”. E COSI SARÀ SEMPRE FINO A CHE NON SAPRETE COME SI PUÒ GESTIRE LA REALTÀ. Questo libro tratta di cose strane e inusuali, che sconvolgono al punto tale che crederci è difficile. Dopo che lo avremo letto, la nostra abituale visione del mondo crollerà. Il Transurfing è una tecnica nuova ed estremamente potente che permette di creare cose impossibili dal punto di vista comune e più precisamente di gestire il proprio destino a proprio piacimento. Nessun miracolo però. Quello che ci aspetta è un sensazione simile alla caduta libera: l’incredibile ha la sfrontatezza di trasformarsi in realtà. Tanto da lasciar senza fiato.
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VADIM ZELAND
Il mistero avvolge la figura di Vadim Zeland.
Di lui si hanno solo poche informazioni. Ha circa 45 anni ed è esperto di fisica quantistica alla quale si è dedicato prima del crollo dell'Unione Sovietica, ha poi profuso le sue energie nella tecnologia informatica, fino a quando non ha incontrato il Transurfing.
Nell’unica intervista rilasciata alla stampa, Zeland dichiara di non essere assolutamente un maestro spirituale votato al proselitismo, ma solo una persona fortunata che ha reso disponibile a tutti un approccio testato personalmente. Se solo avessi conosciuto il Transurfing venticinque anni fa – ammette – la mia vita sarebbe stata completamente diversa, più facile e corretta. Ma in questo caso non avrei potuto scrivere questi libri. Vive in Russia e come afferma egli stesso, il resto non importa
Un nuovo vento soffia dall’Est
Arriva in Italia la trilogia del Transurfing,
il fenomeno delle infinite varianti
Il Transurfing si è diffuso in Russia a partire dagli ultimi anni, inizialmente tramite Internet, dove ha suscitato un’animata discussione e un vivo dialogo tra i lettori e poi in libreria: nell’arco di due anni i libri a esso dedicati hanno letteralmente invaso gli scaffali, diventando autentici bestseller. Lo stesso successo si è ripetuto in Germania, in Repubblica Ceca e via via in altri 13 paesi. Ora è finalmente arrivato in Italia il volume che apre la trilogia, Lo Spazio delle Varianti.
Il mistero avvolge la figura di Vadim Zeland, autore dell’opera. Di lui si hanno solo poche informazioni. Esperto di fisica quantistica, ha dedicato parte della sua vita alla tecnologia informatica, fino a quando non ha incontrato il Transurfing. Nell’unica intervista rilasciata alla stampa, Zeland dichiara di non essere assolutamente un maestro spirituale votato al proselitismo, ma solo una persona fortunata che ha reso disponibile a tutti un approccio testato personalmente. Se solo avessi conosciuto il Transurfing venticinque anni fa – ammette – la mia vita sarebbe stata completamente diversa, più facile e corretta. Ma in questo caso non avrei potuto scrivere questi libri.
Grazie a uno stile affascinante e coinvolgente, Zeland conduce il lettore in un percorso attraverso le più comuni vicende del vivere quotidiano, svelando un modo completamente nuovo di affrontarle. Il mondo che ci circonda, per sua natura vario e multiforme, è inscritto all’interno dello spazio delle varianti, la struttura metafisica che contiene tutti i possibili risvolti di un evento, passato, presente e futuro. Le varianti che si sono realizzate, a scapito di altre, sono le manifestazioni della realtà così come ci si presenta, ma dato che le varianti sono infinite, teoricamente non c’è nessun limite alle possibili svolte che un evento può prendere. Come comportarsi quindi all’interno di questo mondo dalle infinite possibilità?
DAL SURF ALL’ AIKIDO
Secondo il Transurfing, il modo migliore di vivere è quello che prende spunto dal surf, la disciplina sportiva da cui hanno origine il nome e l’approccio di Zeland.
Il transurfer è colui che scivola senza sforzo tra le onde del quotidiano e cavalca la vita con leggerezza, senza sprofondarvi dentro. Libero da legami di dipendenza e consapevole di ogni cosa che fa, il transurfer non attribuisce mai troppa importanza agli eventi, che in questo modo perdono la loro connotazione positiva o negativa e non hanno più il potere di influire sulla sua esistenza. Attento a non disperdere la propria energia lottando inutilmente contro i pendoli – strutture mentali vincolanti che si rafforzano in modo proporzionale alla risonanza che le persone danno loro – il transurfer preferisce essere spettatore attivo invece che attore, assumendo in questo modo una prospettiva più distante, rilassata e obiettiva.
Metafora perfetta del Transurfing è il principio alla base dell’aikido. In quest’ antica disciplina chi viene preso di mira non si oppone all’attacco, ma accompagna l’avversario nei suoi movimenti, sfruttandone la forza a proprio vantaggio. Nel Transurfing non c’è posto per l’opposizione diretta alla realtà, ma solo per un sapiente utilizzo dell’energia nella direzione a noi più favorevole.
TRANSURFING VS THE SECRET
Per chi conosce The Secret, il fenomeno editoriale e culturale che ha travolto decine di paesi un paio di anni fa (il libro, pubblicato in Italia nel 2007 dal Gruppo Editoriale Macro ha venduto 250.000 copie ed è tuttora tra i titoli più venduti in libreria) le analogie sono evidenti: The Secret e Transurfing suggeriscono entrambi un modo nuovo di affrontare la realtà ed entrambi hanno dato vita, a partire dal paese di origine, a un fenomeno senza precedenti. Ma esistono anche alcune differenze. The Secret nasce negli USA e il suo successo in Italia è in parte legato all’influenza angloamericana sulla cultura del nostro paese. Consigliato da nomi di risonanza globale come quello di Oprah Winfrey e citato in telefilm come Sex & The City, il suo arrivo in Italia è stato preceduto da un importante tam tam mediatico. Transurfing arriva invece da una terra culturalmente lontana, tenuta in relativa considerazione quando si va a caccia di bestseller o di fenomeni planetari. Senza padrini illustri, deve il proprio successo solo all’incredibile passaparola dei lettori sul web. Un passaparola così ricco e articolato da essere stato pubblicato in due volumi, che racchiudono le domande dei lettori e le risposte dell’autore, Vadim Zeland. Ma la differenza più eclatante non è nella forma, quanto nel contenuto dei due testi. The Secret invita a creare la realtà, Transurfing suggerisce di esaminarla da una nuova prospettiva. Ancora tutta da scoprire.
UNA TRILOGIA DA UN MILIONE DI COPIE
Lo Spazio delle Varianti, il primo volume della trilogia, sarà disponibile nelle librerie italiane a partire dal 16 Novembre. Nell’arco del 2010 saranno pubblicati i successivi due volumi: Il fruscio delle stelle del mattino e Avanti nel passato. Solo in Russia, i libri di Vadim Zeland hanno già venduto molti milioni di copie.
Non è Questione di Soldi La Ricchezza è nella tua Mente
Non è Questione di Soldi
La Ricchezza è nella tua Mente
"Uno dei segreti per creare ricchezza nell
a vita è rendersi conto che il denaro non è la meta"
Un concetto strabiliante e estremamente in contrasto con il modo di pensare comune che vede nel denaro in sé la massima realizzazione.
Ma Bob Proctor ci dimostra che è esattamente il contrario: la ricchezza economica è il risultato di uno stato mentale e di un modo di concepire la vita, gli affari, la salute. La vera abbondanza è nella nostra mente inconscia, senza la quale nulla avrebbe il valore che gli attribuiamo, neppure i soldi.
È un concetto semplice e chiaro come il Sole, se si guarda alle persone di successo, ma estremamente difficile da accettare per chi invece la propria ricchezza deve ancora costruirla. Solo le persone veramente ricche sanno liberarsi dalla trappola del fare soldi. Può sembrare un paradosso, ma solo rompendo questa catena è possibile godere pienamente della vera ricchezza, senza preoccuparsi di accumulare capitali.
Proctor ci spiega come farlo e come diventare davvero padroni della nostra felicità.
Con Non è questione di soldi, Proctor condivide la sua pluridecennale esperienza nello sviluppo delle potenzialità della mente, e spiega il rapporto tra benessere economico e ricchezza interiore, dandoci le basi per diventare i creatori della nostra personale fortuna, economica e personale.
Leggi un estratto del libro